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SEI COME SEI

Sei Come Sei

di Miriam Abu Eideh 

 

Sei Come Sei è un titolo piuttosto inflazionato; evidentemente l’essere se stessi preme a cantanti, romanzieri, pittori, artisti in generale. e forse, altrettanto evidentemente, in una società nella quale l’essere se stessi è solo un miraggio, si affida l’impossibile alle opere d’ingegno, perché si sa, quello che non può avvenire nella realtà si avvera in romanzi e canzoni.
il rapper napoletano Clementino ha intitolato una sua creazione Sei Come Sei, e, in collaborazione con il cantante neomelodico Gigi Finizio, canta, anzi rappa, “Tu sei come sei/ perché non parli mai/ il sole nei tuoi occhi/ brucia tutto e te ne vai/ bella come sei/ non cambiare più/ a illuminarmi l’anima/ ci riesci solo tu”.
Sei Come Sei è anche una canzone dei Gemelli Diversi. i quattro noti rapper tatuati, ispirati dal concetto per cui se io sono, poniamo, un tavolo in rovere, non posso anche essere, poniamo, uno svettatoio a pertica, anche loro rappano “Questo universo si muove intorno a te/ qualsiasi cosa/ tu che nemmeno ti accorgi di come sei meravigliosa/ perché sei come sei/ tu sei come sei”.

Sei Come Sei è, però, anche il titolo di un libro. Sei Come Sei è il titolo del nuovo libro di Melania Mazzucco, uscito per Einaudi Stile Libero, e in Italia, nazione nella quale tutti scrivono e nessuno legge, probabilmente sarebbe passato inosservato ai più, se non fosse per il vespaio suscitato da un gruppetto di studenti di destra in un liceo capitolino, il Giulio Cesare, nel quale il suddetto romanzo è stato adottato quale testo di narrativa da leggere in classe.

cosa ha esattamente suscitato scalpore in quest’opera?
partiamo dalla trama.

nel romanzo Sei Come Sei la protagonista, Eva, undicenne molto più matura della media dei ragazzini della sua età, ha due padri. uno, Christian, studioso tutto d’un pezzo e parecchio quadrato, è stato sposato prima di scoprire la sua omosessualità, si è allora separato con grave scandalo, e si è fidanzato con Giose. Giose, l’altro padre, è un tipo un po’ scombinato e artistoide, bravissimo cuoco e musicista sul viale del tramonto, che è stato famoso negli anni ’80 ma ora come ora nessuno se lo ricorda più. Eva è stata concepita con il metodo dell’utero in affitto, e vive con gioia assieme ai suoi due babbi fino a quando Christian non muore in un incidente. a quel punto, la famiglia di Christian si mette di mezzo, non giudicando Giose abbastanza affidabile per poter badare a una bambina, il giudice tutelare non ritiene Giose persona “di condotta ineccepibile” e la bambina viene affidata a due tutori contro la sua volontà.
la vita di Eva continua tranquilla e infelice in una nuova città, lontana dal babbo Giose, fino a quando, una mattina, durante una gita scolastica, non succede quello che sembra l’irreparabile: Eva bisticcia con alcuni suoi compagni, e butta uno di loro sotto alla metropolitana in arrivo. il compagno spintonato, Loris Forte, è innamorato di lei ma, come spesso accade a undici anni, non sa come fare a dirglielo, e, piuttosto che dirle “Eva, parliamoci chiaramente, mi garbi, oggi facciamo merenda a casa mia e ci si mette insieme?”, preferisce prenderla in giro, tirarle i capelli e rubarle il diario per vedere se per caso c’è scritto qualcosa di carino su di lui. anche Eva, in realtà, è innamorata di Loris Forte, e anche lei non sa come fare a dirglielo, per cui, invece di proporgli “senti, c’è poco da fare, tu mi garbi, oggi facciamo merenda a casa mia e ci si mette insieme?”, lo prende a manate e lo spinge sotto alla metropolitana.
impaurita e certa di aver ucciso il suo compagno, Eva fugge nelle Marche, dove suo padre Giose si è rifugiato per rifarsi una vita, e i due ricuciono il filo spezzato tra di loro. Giose la riporterà indietro dai suoi legittimi tutori, ma le farà capire che, in tutto questo tempo nel quale non si sono visti, ha lavorato alacremente per ricominciare a lavorare, avere una casa, ritrovare un equilibrio tanto da poter essere considerato dal giudice tutelare “di condotta ineccepibile” e chissà, magari, un giorno, riprenderla con sé.

Giose e Eva vanno, inoltre, in ospedale a trovare Loris Forte, il quale non è morto ma solo ingessato, per chiedergli scusa. i genitori di Loris evitano di sporgere denuncia contro Eva, Loris le chiede di firmargli il gesso, che nel suo linguaggio cifrato assume una valenza da dichiarazione d’amore sperticata, Eva accetta di scrivergli il suo nome sul gesso, cosa che nel suo linguaggio cifrato corrisponde a una promessa d’amore eterno, e tutto finisce bene.

il libro di Melania Mazzucco non è un capolavoro, ma nemmeno un brutto libro. scritto in modo piano, senza picchi di bellezza ma senza nemmeno voragini di bruttezza, è un libro senza infamia e senza lode, che ha il pregio di raccontare una vicenda difficile e a tratti drammatica con gli occhi di una ragazzina di undici anni, e di far capire quanto, a volte, le decisioni prese per il bene di un minore sono controproducenti e non tengono, in realtà, in alcun conto i reali desideri del minore stesso, e quello che realmente il minore sente. si presume che il minore sia totalmente incapace di intendere e di volere, e lo si tratta come un decerebrato.

Eva viene carpita a suo padre Giose senza domandarle alcunché, senza ascoltare il suo parere, ma, anzi, facendole capire che non può opporsi in alcun modo alla decisione che gli adulti le impongono. gli adulti, in questo modo, sono vissuti dalla bambina come impositori ciechi e sordi, tanto che Eva, non sentendo di avere voce in capitolo riguardo alla sua vita, durante il viaggio di ritorno dalle Marche con Giose prova ad avvelenarsi con delle noccioline, essendo intollerante alle arachidi e preferendo morire piuttosto che continuare a vivere lontana da suo padre.

in tutto questo, cosa ha destato scalpore del libro di Melania Mazzucco, tanto da far  gridare allo scandalo svariate testate giornalistiche cattoliche, e tanto da far scendere in piazza gli studenti di Lotta Studentesca contro quella che loro definiscono l’omofollia, brandendo uno striscione recante la scritta Maschi Selvatici Non Checche Isteriche,  secondo il noto adagio per cui “il vero omo ha da puzzĂ ”?

innanzi tutto il semplice fatto che Eva è figlia di due padri. il romanzo di Melania Mazzucco è stato accusato di normalizzare l’anormalità, di dare l’ennesima spallata alla famiglia naturale formata da un uomo e da una donna e fondata sul matrimonio, ovviamente celebrato in chiesa, di presentare il caso di una famiglia omogenitoriale come se si trattasse della cosa più naturale che possa esistere. in realtà, di famiglie omogenitoriali è pieno il mondo, tanto che negli Istituti Professionali per i Servizi Sociali e nei Licei delle Scienze Umane l’argomento della famiglia e dei suoi cambiamenti viene affrontato tenendo conto anche di queste realtà, ma evidentemente i maschi selvatici di Lotta Studentesca non ne sono al corrente.

i ragazzi di Lotta Studentesca, e non solo loro, hanno anche accusato Sei Come Sei di essere pornografico. questo perché, a pagina 126, si racconta di quando Giose, durante le superiori, si innamora di Mariani Andrea, un suo compagno di scuola gretto, manesco e aitante, e un giorno, stanco di sospirare e spasimare senza costrutto, dopo l’ora di ginnastica, tenta il tutto per tutto intrattenendo con lui un rapporto orale. Giose si aspetta un pugno in testa, invece il gretto, manesco e aitante Mariani Andrea sembra gradire la cosa, anche se poi, dopo qualche giorno, inizieranno a comparire strane scritte omofobe alla lavagna, e una sera, dopo una festa, Mariani Andrea e altri nerboruti maschi selvatici violenteranno Giose per dargli una lezione.

la descrizione del rapporto orale tra Giose e Mariani Andrea consta di cinque righe e mezzo, e la parola più pornografica utilizzata è “uccello”. in una realtà nella quale gli adolescenti si misurano col sesso sempre più presto, e la metà di loro passa la giornata a scattarsi selfie in mutande e pubblicarli su Facebook e Instagram, e la nottata su Youporn a guardare video intitolati Two Blondes Ass Fucking And Sperm Swapping, scandalizzarsi per una scena di sesso appena accennata e descritta senza alcuna pruriginosità, tra l’altro inserita coerentemente all’interno di una narrazione che non ha nulla di pornografico, fa abbastanza sorridere.

About The Author

Miriam Abu Eideh

Miriam Abu Eideh, 43 anni, insegnante da quindici, collabora con due emittenti radiofoniche: Radiogas di Prato e Dot radio di Spello. Nel 2008 la casa Editrice Soleombra ha pubblicato la sua prima raccolta di racconti: ''Né in cielo né in terra". In intersexioni si occupa di formazione e della pagina delle recensioni dei film, programmi tv, documentari e qualsivoglia girato concernente le tematiche glbtiqa*, e della pagina scuola diversa attraverso i suoi racconti di scuola che parlano anche di student* disabil* e di integrazione scolastica.

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