La Regione Sicilia e le persone intersex/dsd
Comunicato stampa dell’Associazione Radicale Certi Diritti e del collettivo intersexioni
7 febbraio 2014
Dopo il caso del* bimb* nat* a Gela con un certo grado di atipicità genitale, l’Associazione Radicale Certi Diritti e il collettivo intersexioni hanno scritto una lettera aperta al presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, che si è espresso con sensibilità e apertura sulla vicenda, per chiedergli che la Sicilia diventi un esempio di buone prassi sulla questione intersex/dsd per tutta l’Italia.
Le richieste avanzate vanno dall’emanazione di un decreto o legge regionale che vieti il ricorso a trattamenti medico-farmacologici non necessari e trattamenti chirurgici cosmetici e non vitali su genitali (sani) solo perché atipici, al monitoraggio del fenomeno, dalla creazione di centri qualificati all’interno delle strutture sanitarie per la tutela della salute e del benessere delle persone intersex/dsd e dei loro familiari all’organizzazione di corsi di aggiornamento e formazione in collaborazione con le organizzazioni che si occupano della questione.
Yuri Guaiana, segretario dell’Associazione Radicale Certi Diritti, dichiara: «Il diritto del bambino all’integrità fisica è un diritto umano fondamentale riconosciuto dalle Nazioni Unite, dall’Unione Europea e dal Consiglio d’Europa, ma che troppo spesso viene violato, in Italia, ai danni dei bambini intersex/dsd. È ora che la politica se ne occupi in maniera seria sollevando il velo di silenzio che copre questa realtà . La sensibilità dimostrata dal Presidente Crocetta, fa ben sperare che la Sicilia possa diventare un esempio di buone prassi per tutta l’Italia».
Michela Balocchi, ricercatrice e tra le fondatrici di intersexioni, dichiara: «mi auguro che anche attraverso queste comunicazioni pubbliche i genitori del/la neonato/a, così come qualsiasi altro genitore che si trovi in una situazione simile, possano avere accesso a fonti d’informazione alternative e non si sentano costretti a prendere decisioni affrettate, come interventi irreversibili e potenzialmente dannosi per la salute psico-fisica del bimbo, e che sappiano che ci sono gruppi di volontari/e, attiviste/i, associazioni di pazienti ed ex pazienti, persone adulte intersex/dsd con cui possono parlare e confrontarsi, pronte ad accoglierli e a condividere esperienze senza pressioni».