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Intervento di Egon Botteghi alla tavola rotonda “La condizione trans in Italia oggi”

Intervento di Egon Botteghi alla tavola rotonda “La condizione trans in Italia oggi”, tenutasi al Roma Pride Park 2014

Buongiorno a tutte e tutti,

io mi chiamo Egon Botteghi, sono un genitore transessuale di due bambini e sono referente per il settore della genitorialitĂ  trans dell’associazione di volontariato Rete Genitori Rainbow, di cui sono anche co-referente per la regione Toscana.

Rete Genitori Rainbow è un’associazione nazionale di volontariato che riunisce genitori omosessuali, gay e lesbiche, e transessuali, che hanno avuto figli da precedenti relazioni etero.

Forse è proprio per questa vocazione che l’associazione si è occupata quasi da subito della questione della genitorialitĂ  trans.

Infatti la quasi totalitĂ  dei genitori transessuali presenti in Italia hanno avuto figli da relazioni etero precedenti la loro transizione.

Nel nostro paese c’è la convinzione che la condizione transessuale sia legata ad un rifiuto pressochĂ© totale del proprio corpo sessuato e di tutto ciò che rimanda al proprio sesso genetico: persone del genere sono quindi viste come candidati impossibili ad una maternitĂ  o ad una paternitĂ . Nessuno sospetta che queste persone possano avere il desiderio di un figlio.

Nell’iter di transizione proposto ad oggi alle persone transessuali in Italia, la capacitĂ  riproduttiva viene quasi immediatamente distrutta per via chimica e chirurgica, senza starsi troppo a chiedersi se queste persone avranno un domani il desiderio di diventare genitore, e c’è anche l’idea diffusa che alle persone transessuali non possa essere permesso di adottare un figlio od una figlia.

Quindi il genitore transessuale oggi in Italia si sente veramente di appartenere ad una minoranza dentro un’altra minoranza, quella della popolazione transessuale.

Questo pone spesso la persona, specialmente nella difficile fase iniziale della transizione, in una condizione di isolamento, accompagnato dalla convinzione della eccezionalitĂ  ed unicitĂ  della propria esperienza di genitore transessuale, difficilmente condivisibile e comprensibile per il resto del mondo, incluso quello trans.

Per questo è molto importante la creazione di una rete di sostegno per questi genitori e per i loro figli.

In italia c’è infatti ancora uno stigma quasi assoluto verso il genitore transessuale, reo, secondo la visione comune, di mettere a repentaglio la salute mentale dei propri figli e la loro qualitĂ  di vita.

Circola ancora con grande diffusione l’idea che i bambini avranno conseguenze psichiche infauste a causa della transizione di un genitore e questo, nella maggior parte dei casi, fa piombare il genitore in un pesantissimo senso di colpa e nella convinzione di dover scegliere tra il proprio equilibrio e benessere e quello dei propri figli.

E’ importante quindi che vengano raccontate le storie vere, che si avvii un processo di conoscenza di queste situazioni, che confermano le poche ricerche sul campo effettuate e che smentiscono queste dicerie male auguranti.

Anche l’esperienza di cui sono portatore va in direzione contraria a questa “vulgata”:

io ho transizionato quando i miei figli avevano tre e cinque anni e a distanza di tre anni posso dire che i miei figli stanno benissimo, pur avendo dovuto attraversare un momento difficile come la separazione dei genitori ed un trasloco, e il nostro rapporto ha una qualitĂ  che io sento superiore rispetto a prima di transizionare.

Nella mia esperienza è stato molto importante l’avere incontrato una psicologa preparata ad accogliere questi temi, che mi ha aiutato a gestire la mia transizione rispetto ai miei sensi di colpa e rispetto ai miei figli, dandomi regole di azione molto semplice ma molto efficaci.

Innanzitutto sgombrando il campo dal senso di colpa, dalla paura di diventare inadeguato come genitore, dall’idea di dover scegliere tra la mia vita e quella dei miei figli e dalla paura di perderli in tribunale.

Poi mi ha consigliato di dire loro sempre la veritĂ , ogni qualvolta avessero chiesto qualcosa sulla transizione e di aspettare che fossero loro a fare domande.

Sopratutto dovevo far sentire loro che io non mi stavo allontanando, che loro non rischiavano di perdermi, che la loro mamma, pur cambiando, non se ne sarebbe andata.

I miei figli sanno perfettamente che la loro mamma è transessuale (quindi, nel loro linguaggio semplice “una persona nata donna che si sente uomo”), sanno cos’è la transessualitĂ , ma sopratutto sentono tutto il mio appoggio e la mia vicinanza: percepiscono che il mio ruolo di cura, difesa, sostegno, mantenimento non è scemato minimamente con l’evolversi della transizione. Anzi, io posso dire che il mio modo di essere genitore è migliorato.

Per me è stato altresì molto importante lo scambio ed il confronto tra pari, con altri genitori transessuali, e quindi l’importanza di una rete come quella dell’associazione che rappresento.

Necessario per i genitori transessuali e le loro famiglie poter incontrare sulla propria strada professionisti come psicologi, avvocati, giudici, assistenti sociali, insegnanti, preparati su questi temi, che possano accompagnare il genitore in questa delicata fase della vita, favorendone il rasserenamento e l’inserimento sociale anzichĂ© ostacolarlo.

Da qui la necessitĂ  di fare formazione, sopratutto, a mio avviso, da attivisti preparati, presso le scuole, societĂ  sportive, gli ospedali, i tribunali e anche presso i luoghi di lavoro.

E’ infatti esperienza abbastanza comune, qui in Italia, di genitori transessuali costretti a dover interrompere la propria transizione, per la paura di perdere il lavoro con cui mantengono i loro figli.

Credo che il solo “pericolo” che i figli delle persone transessuali corrono è dovuto alla transfobia della nostra società e non certo dalla transessualità del genitore, ed è quindi sulla società, specialmente nel diffondere conoscenza e cultura, che dobbiamo agire.

About The Author

Egon Botteghi

Attivista antispecista e per i diritti GLBTIQ. Fondatore della Fattoria per la Pace Ippoasi (2008-2012). Laureato in filosofia, fa parte del collettivo anarcoqueer femminista antispecista Anguane e della redazione di antispecismo.net; cofondatore di intersexioni, è referente toscano di Rete Genitori Rainbow e referente nazionale per la genitorialità trans. Ha ideato il primo convegno nazionale “Liberazione GENERale. Tavola rotonda sulle correlazioni tra antispecismo, antisessismo, intersessualità e omotransfobia” (Osteria Nuova, Firenze, 2013) volto a mettere in evidenza le interconnessioni tra antispecismo e lotta per le minoranze (per sesso/genere, etnia, identità di genere, orientamenti sessuali).

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