Papa Francesco e i manuali scolastici francesi: il Vaticano promuove la propria “teoria del genere”
Papa Francesco e i manuali scolastici francesi: il Vaticano promuove la propria “teoria del genere”
di Odile Fillod
traduzione di Sara Garbagnoli per intersexioni. Qui la versione originale.
La “colonizzazione ideologica”, il “larvato indottrinamento”, la diffusione attraverso i manuali scolastici francesi di un “dogma” chiamato “teoria del genere” denunciata dal Papa il 2 ottobre scorso è una leggenda. Tale leggenda nasce nel 2011 al momento di una campagna di denuncia contro la supposta introduzione de “la teoria del genere” nei libri di scienze dei licei francesi.
Il Vaticano tenta di imporre il suo dogma nelle scuole
Le dichiarazioni del Papa si iscrivono in un movimento di più lunga durata: il sintagma-spauracchio “la teoria del genere” è stato costruito dal Vaticano all’inizio degli anni 2000 ed è il clero cattolico ad aver promosso nel maggio 2011 la prima polemica sui manuali di scienze, rilanciata, in seguito, da alcuni parlamentari e membri di partiti politici conservatori.
Non si tratta della prima presa di posizione di Papa Francesco contro “la teoria del genere”: se questo Pontefice ha certamente manifestato qualche segnale di apertura, ad esempio sulla comunione alle persone divorziate, per quanto riguarda le questioni afferenti all’articolazione tra sesso e genere, la sua posizione resta conforme a quella adottata da Giovanni Paolo II e mantenuta da Benedetto XVI.
Per poter rispondere con la dovuta serietà alle recenti dichiarazioni di Bergoglio, occorrerebbe, prima di tutto, che il Pontefice spiegasse cosa intende esattamente per “la teoria del genere” e citasse esempi concreti tratti dai manuali scolastici francesi corrispondenti, a suo avviso, ad una tale teoria.
Nella sua ultima intervista a riguardo, il Papa fa, tra l’altro, riferimento ai manuali delle medie – e non a quelli del liceo –, il che costituisce una novità rispetto agli attacchi del 2011, legata, forse, all’intento di influenzare il contenuto che sarà scelto per i nuovi manuali di scienze delle scuole medie attualmente in corso di riedizione presso diversi editori.
Se certamente non si può rispondere ad accuse formulate in maniera tanto vaga, si può, tuttavia, frattanto costatare che il Vaticano promuove attivamente quella che possiamo definire la sua specifica teoria del genere e che, per tale via, intende mantenere la propria “colonizzazione ideologica” nelle scuole tentando di imporre il suo dogma.
“L’uomo e la donna sono diversi in tutti gli ambiti”
In tal senso, nel “Progetto di educazione affettivo sessuale” messo on-line dal Concilio Pontificio per la Famiglia nel luglio del 2016, nell’unità 2, si possono leggere i seguenti passaggi:
“[La persona umana] esiste necessariamente come uomo o come donna. La persona umana non ha altra possibilità di esistere. Lo spirito si unisce a un corpo che è necessariamente maschile o femminile e, per questa unità sostanziale tra il corpo e lo spirito, l’essere umano esiste nella sua totalità maschile o femminile. La dimensione sessuata, cioè la mascolinità o la femminilità, sono inseparabili dalla persona. Non si tratta di un semplice attributo. È il modo di essere della persona umana. […] Le differenze tra l’uomo e la donna sono fisiche, affettive, …; sono presenti in ciascuna dimensione personale. […] L’uomo e la donna sono differenti in tutti gli ambiti della persona: corpo, affetti, intelligenza, componente sociale e spiritualità; e questa differenza ci complementa (sic). L’attrazione sessuale risponde a questa differenza che scopriamo nell’altro come uomo e come donna. […] Essere uomo o essere donna segna profondamente l’essere umano; è un modo differente di sentire, di amare e di relazionarsi con i figli, un altro cammino di fede.”
Una persona intersex non è una “persona umana”?
La teoria del genere promossa dal Vaticano presenta diversi punti problematici. Innanzitutto, un numero non inconsiderabile di persone umane sono considerate dalla biologia e dalla medicina come intersex, ovvero nate con caratteristiche biologiche (cromosomiche, gonadiche, anatomiche) che non corrispondono né a tutti i criteri che definiscono abitualmente il sesso maschile, né a tutti i criteri che definiscono abitualmente il sesso femminile. Di due cose l’una: o il Vaticano nega, in modo controfattuale, l’esistenza di queste persone, oppure il Vaticano intende affermare che le persone intersex non sono “persone umane”.
In secondo luogo, gli studi scientifici condotti da decenni sull’esistenza di differenze psicologiche che sussisterebbero tra i sessi non hanno trovato la benché minima differenza “affettiva”, la benché minima “differenza nel sentire”, la benché minima “differenza nell’intelligenza”, nel “modo di sentire”, nel “modo di amare” o nel “modo di relazionarsi ai figli” che potrebbe essere qualificata dell’ordine della differenza “tra l’uomo e la donna”. Al contrario: è stato ampiamente dimostrato che le differenze medie osservate tra i sessi non solo variano nel tempo e in relazione al contesto, esse sono inoltre limitate ad ambiti ristretti, sono di infimo valore e sono caratterizzate da una amplissima sovrapposizione degli intervalli di valori osservati sulle donne e sugli uomini. Detto altrimenti, per qualunque differenza cui il Vaticano volesse riferirsi, una grande percentuale di coppie donna-uomo prese in modo aleatorio mostrerebbe l’assenza di tale differenza, se non addirittura l’esistenza della differenza opposta. E le cose sarebbero ben peggiori per la teoria del genere elaborata e sostenuta dal Vaticano qualora si prendessero in considerazione tutte le differenze che l’espressione vaticana “in ciascuna dimensione personale” include. Sarebbe, infatti, estremamente arduo trovare coppie donna-uomo caratterizzate dalla copresenza di tutte le differenze. È interessante notare, tra l’altro, come il Vaticano eviti accuratamente di precisare quali siano le differenze cui si riferisce. È lecito pensare che il Vaticano sappia fin troppo bene che, qualora lo facesse, la sua argomentazione non terrebbe un solo secondo e sarebbe immediatamente demolita.
Il Papa contro le acquisizioni della medicina contemporanea?
In terzo luogo, l’affermazione secondo la quale “l’attrazione sessuale risponde a questa differenza” è, a maggior ragione, insostenibile. Bisognerebbe, altrimenti, supporre che per il Vaticano l’attrazione sessuale tra due persone che non presentano questa tanto celebrata “differenza” tra “l’uomo e la donna” non esiste. Ma è chiaro che così non è. Si tratta, allora, per il Vaticano di sostenere che una simile attrazione sessuale è dell’ordine della patologia? Se così fosse, il Vaticano andrebbe contro quanto stabilito dalla scienza medica contemporanea che considera dell’ordine della patologia un tipo di attrazione sessuale quale la pedofilia, ma che non include nella lista dei disturbi e delle malattie nessun tipo di attrazione sessuale caratterizzata dall’assenza o dall’inversione di una “differenza normale tra i sessi” tra il soggetto e l’oggetto di questa attrazione.
In questo senso, visto che, come detto sopra, la differenza universale “tra l’uomo e la donna” che la teoria del genere del Vaticano presuppone non esiste, il Vaticano ributterebbe nell’ambito del patologico, del “contro natura” non solo l’attrazione tra persone dello stesso sesso, ma anche l’attrazione sessuale che esiste in seno alle innumerevoli coppie donna-uomo non caratterizzate da questa supposta “differenza” che secondo il Vaticano opera “in ciascuna dimensione personale” …
L’obiettivo ultimo del discorso del Vaticano è da cercarsi sotto la menzione “componente sociale e spiritualità”, citata nel “Progetto di educazione affettivo sessuale” dopo il riferimento al “corpo”, agli “affetti”, all’“intelligenza”.
Il Vaticano giustifica e promuove un dato ordine sociale
Per il Vaticano si tratta, infatti, di promuovere e di giustificare un certo ordine sociale basato sull’assegnazione di ruoli e di statuti sociali distinti a seconda del sesso – e, in particolar modo, sull’ingiunzione alla maternità per le donne –, così pure come il mantenimento della versione arcaica e caricaturale di un tale ordine sociale in seno alla Chiesa cattolica, a sua volta trincerata dietro al rifiuto dell’ordinazione delle donne.
Ciò che dovrebbe preoccupare è, pertanto, il perseguimento di un tale obiettivo ideologico e politico attraverso la diffusione di una tale teoria del genere (quella del Vaticano) in seno agli stabilimenti scolastici francesi.
Da ormai molti anni, una tale teoria, assolutamente invalidata dai risultati della ricerca scientifica, può tranquillamente essere promossa, e non solo nelle scuole private cattoliche “fuori contratto”.1
Attraverso lezioni obbligatorie di educazione sessuale il cui contenuto non è inquadrato da nessun programma e il cui insegnamento può essere affidato a chiunque, una teoria come quella del Vaticano può essere tranquillamente diffusa – e nei fatti lo è! –nelle classi della scuola pubblica e delle scuole private “sotto contratto”. Sarebbe ora che il Ministero dell’Istruzione pubblica prendesse le misure necessarie per lottare contro – stavolta è il caso di dirlo – un tale “larvato indottrinamento”.
1 Sono dette “sotto contratto” le scuole private (cattoliche o meno) che stipulano un contratto con lo Stato e sotto vincolo del rispetto del cahier de charges cui sono sottoposte le scuole pubbliche sono finanziate dallo Stato. Le scuole private “fuori contratto” non sono finanziate dallo Stato, sono più libere nelle scelte di insegnamento (ad esempio possono prevedere corsi obbligatori di religione) e non sono sottomesse a obblighi delle scuole pubbliche quali, ad esempio, il tenere lezioni di educazione sessuale previste dalla legge o accettare che allievi e allieve portino capi di vestiario o accessori che manifestano in modo ostensibile l’appartenenza religiosa.
Odile Fillod
Ricercatrice indipendente in sociologia delle scienze e della volgarizzazione scientifica, lavora sulle questioni di genere. Le sue ricerche vertono principalmente sulla produzione e sugli usi degli studi bio-medico-psicologici relativi alle differenze cognitive e comportamentali tra individui e tra gruppi sociali, in particolar modo tra gruppi di sesso.
Qui il suo blog allodoxia.
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