Il normale e il patologico
Pubblichiamo l’intervento di Maria Grazia Campus durante il Convegno
<L’intersessualitĆ nella SocietĆ Italiana>, tenutosi a Firenze il 14 Settembre 2010.
IL NORMALE E IL PATOLOGICO
Maria Grazia Campus
Nel mentre che rientrano le persone che sono ancora fuori, voglio ringraziare Radio Radicale che sta facendo una registrazione, cosiĢ poi lāintero Convegno saraĢ fruibile in audio sul sito web di Radio Radicale.
Io, qualche tempo fa, avevo sentito parlare di due atlete, non essendo una sportiva, nemmeno televisiva, mi aveva molto colpito il fatto che… siĢ, aspetto un secondo [che rientrino tutti]. Nel 2009 ai mondiali di atletica, ci fu una specie di bomba mediatica per il caso della campionessa del mondo Caster Semenya e mi colpiĢ moltissimo. Avevo giaĢ cominciato a parlare con Michela Balocchi di intersessualitaĢ, ma il discorso era strettamente legato alla medicalizzazione, invece liĢ la mia riflessione si eĢ orientata sul piano della āmoralizzazioneā, percheĢ sia Caster Semenya che Santhi Sondaragian, unāaltra campionessa indiana nel 2006, hanno subito dei processi, sono state indagate per stabilire la āveritaĢ sessualeā e la mia domanda a quel punto doveva per forza essere: puoĢ la realtaĢ essere ridotta a una ricerca di una āveritaĢ dualeā? Poi esiste una veritaĢ? Insomma, io non lo so, la realtaĢ eĢ quella che eĢ ed eĢ quella data.
Quindi oltre al piano strettamente medico cāeĢ un altro piano. E cāeĢ il fatto che un tabuĢ a volte ha un impedimento a essere abbattuto culturalmente e quindi a essere portato negli spazi pubblici, negli spazi sociali, ma questo stesso tabuĢ non impedisce, invece, che si frughi nellāintimitaĢ delle persone e che si stravolga loro la vita.
Il titolo del mio intervento eĢ mutuato da un saggio di un medico e filosofo che scrisse nel 1943 – anni luce fa, direi, percheĢ per la scienza eĢ un tempo veramente tanto lungo-, si chiamava Georges Canguilhem. Questo libro, conosciuto da filosofi, da bioeticisti e anche chiaramente da medici e da tutte le persone di scienza che si interessano in qualche modo di filosofia eĢ Il normale e il patologico (34).
In questo libro, con semplicitaĢ e chiarezza, si pongono dei concetti quali anomalia, normalitaĢ, anormalitaĢ e patologia.
Allora, lāanomalia che cosāeĢ? Lāanomalia eĢ una condizione che si verifica in una percentuale minore rispetto a situazioni che si verificano in percentuali maggiori, di per seĢ non ha nienteĀ a che vedere con il concetto di patologico, indica una diversitaĢ rispetto a un contesto tendenzialmente omogeneo.
Il processo che ha portato il termine anomalia a legarsi a quello di patologia eĢ tutto culturale e in qualche modo legato a un giudizio di tipo morale di cui il diverso, lāanomalo, viene fatto oggetto. CosiĢ lāanomalia diventa errore.
Errore, peroĢ non eĢ un concetto che si puoĢ applicare alla natura, eĢ un concetto culturale, lāerrore eĢ un fatto umano che nasce dal giudizio morale, dal momento che dico che questo fatto eĢ sbagliato rispetto a una alternativa che poteva essere giusta.
Quindi una condizione anomala non ha insita allāinterno la condizione patologica se non quando noi introduciamo il giudizio morale.
Patologica eĢ una condizione in cui si perde la capacitaĢ normativa, ovvero la capacitaĢ di darsi delle norme proprie che consentono un adattamento a circostanze imposte. EĢ il fatto di adattarci che ci rende normali. Normali quindi sane e sani. Siamo normali quando siamo sane/i, ovvero integri e integre. Non siamo normali in quanto abbiamo una condizione percentualmente maggioritaria: si puoĢ avere una situazione anomala, si puoĢ essere anomali ed essere sani.
Spesso confondiamo il giudizio con lāosservazione: posso dire che ci sono delle bambine e dei bambini ritardati e che non capiscono, oppure posso dire che ho incontrato una bambina o un bambino che ha fatto cose che io non ho compreso o che io non mi aspettavo. Questo lo possiamo affermare non soltanto legandolo allāargomento di oggi, ma eĢ un approccio molto piuĢ generalizzato: nella storia il discrimine tra diagnosi e giudizio molto spesso non eĢ stato chiarissimo, mi riferisco per esempio alla dislessia, allāepilessia e possiamo enumerare moltissime altre condizioni.
Confondere cioĢ che abbiamo osservato con la nostra opinione su cioĢ che abbiamo osservato, crea confusione e non consente un piano di relazione equilibrato. Spesso non abbiamo osservato lāanomalia, ne abbiamo dato un giudizio basato sulla morale del luogo e del tempo, quindi abbiamo cercato di capire se era una ‘cosa’ giusta o una ‘cosa’ sbagliata piuttosto che osservarla cosiĢ comāera.
Lāanomalia eĢ un elemento di variazione che impedisce a due individui di essere reciprocamente e completamente sostituibili, gli esseri viventi che si allontanano dal tipo specifico possono essere sperimentatori, per esempio, di nuove forme: Marcello Buiatti, un biologo a noi tutti noto, nel libro Il benevolo disordine della vita sostiene che senza diversitaĢ si muore (35): lāidea di ordine, di omogeneitaĢ eĢ molto piuĢ vicina alla morte che alla vita. Per quanto lāessere umano persegua unāidea di omologazione, individuando ed eliminando lāanomalo, la vita ci insegna che non eĢ possibile selezionare un mondo perfetto, anche percheĢ poi dovrei decidere: perfetto per chi, secondo quali immagini, secondo qualiĀ canoni, quali tempi, e via dicendo. Qualunque tipo di appiattimento si cerchi di instaurare saraĢ sempre mosso da diversitaĢ impreviste.
Se da un lato la diagnosi prenatale, con tecnologie sempre piuĢ sofisticate, eĢ utile nel caso di patologie in cui si possa intervenire, dallāaltro ha ricadute importanti rispetto ad alcune anomalie o anche patologie per le quali non esiste un intervento terapeutico; infatti sottoporsi a indagini prenatali che evidenzino anomalie o patologie incurabili o acurabili, lascia spazio a due ipotesi: lāaborto terapeutico o lāaccettazione. Manca completamente lo sviluppo di un settore, che non eĢ detto che debba essere sanitario, che accompagni la gravidanza, insieme ai vari libretti per le analisi, verso unāeducazione e un supporto allāaccoglienza. Manca percheĢ ne mancano i presupposti culturali, o meglio, i presupposti culturali supportano meglio le soluzioni che tendono ad eliminare lāanomalia; sono i presupposti che hanno creato, nel caso delle persone intersessuali, la normalizzazione chirurgica, portando un falso ordine rispetto allāordine esistente, disciplinando il corpo al di laĢ della ricerca di salute. EĢ stata violata quellāintegritaĢ che rendeva quel corpo (e per corpo intendo sempre lāunitaĢ fisica, emotiva, mentale e spirituale) sano, costringendolo in seguito a percorsi sanitari lunghissimi e dolorosissimi: si eĢ creata la condizione patologica.
Ora quel pathos, quel sentire su di seĢ la sofferenza, eĢ presente. Manipolando i corpi in modo separato da quello che saraĢ poi il loro sviluppo futuro, prendendo del corpo la sola parte fisica, e di quella soltanto la parte esteriore genitale, abbiamo dato una normalizzazione alla morfologia: si eĢ creata la patologia percheĢ moralmente non si eĢ accettata lāanomalia. E qui, insieme allāintegritaĢ eĢ stato violato un diritto, che eĢ il diritto di scegliere, sempre e comunque, per se stesse/i.
Note
(34) George Canguilhem (1998), Il normale e il patologico, Einaudi. 34
(35) Marcello Buiatti (2004), Il benevolo disordine della vita. La diversitaĢ dei viventi fra scienza e societaĢ, UTET UniversitaĢ, Torino.
Maria Grazia Campus Laureata in Lettere e filosofia, Master in bioetica (UniversitaĢ di Firenze). Naturopata. Dopo la maturitaĢ classica al liceo Siotto Pintor di Cagliari si iscrive alla facoltaĢ di lettere e filosofia all’UniversitaĢ di Firenze dove si laurea con una tesi sul pensiero olistico e la medicina cinese. Svolge attivitaĢ di docenza e consulenza come naturopata. Componente del comitato scientifico dell’Ospedale Petruccioli di Pitigliano (GR) per il progetto di ‘integrazione dei saperi medici e sulla saluteā. Ha fatto parte della Commissione di Bioetica della Regione Toscana dal 2007 al 2011.